NOw/here - Pirelli HangarBicocca, Via Chiese 2 - Milano
(Foto: Gian Maria Tosatti
“NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli
HangarBicocca, Milano, 2023.
Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano
Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio)
Mostra in corso dal 23 febbraio al 30 luglio 2023
Pirelli HangarBicocca presentano una mostra di Gian Maria Tosatti (Roma, 1980; vive e lavora a Napoli) che si compone di due cicli di dipinti presentati per la prima volta in Pirelli HangarBicocca, Ritratti (2022) e NOw/here (2023).
Comunicato stampa della mostra NOw/here
Dal 6 ottobre 2022 al 29 gennaio 2023 Pirelli HangarBicocca presenta “Born in the first light
of the morning [moswara’marapo]”, la mostra antologica dedicata al lavoro di Dineo Seshee
Bopape e che include anche una nuova produzione. Grazie a una distintiva combinazione di
immagini in movimento, elementi sonori, disegni a pareti e un vasto vocabolario materico –
che include terreno, acqua, argilla, carbone, mattoni, cenere, erbe, legno, e luce naturale –
l’artista concepisce in Pirelli HangarBicocca un paesaggio visivo poetico, offrendo una
riflessione sui concetti di memoria, materiale e socio-politica, e di riconciliazione interiore e
con la storia.
Nella sua pratica Dineo Seshee Bopape (Polokwane, Sudafrica, 1981; vive a Johannesburg)
incorpora media diversi – come la scultura, il disegno, il video e il suono – accostando materiali
organici e fortemente simbolici a un’estetica digitale e tecnologica. Partendo dal proprio vissuto
legato al suo paese d’origine, il Sudafrica, l’artista tesse narrazioni in cui la corporeità femminile e
materna assume un ruolo sostanziale per indagare archetipi (roccia, acqua, fuoco, aria) e mitologie
ancestrali.
La sua opera inoltre interroga il concetto di archivio, gli effetti del colonialismo e la
funzione politica e spirituale della memoria. Allo stesso tempo, Bopape dà vita a installazioni
ambientali attraverso l’impiego di elementi come terra e acqua, che, mescolati e lavorati insieme ad
altre sostanze come carbone, cenere e argilla, suggeriscono nuove possibilità rigenerative fisiche,
spirituali e sociali.
“Born in the first light of the morning [moswara’marapo]”, a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta
Griccioli, è la prima mostra antologica dedicata a Dineo Seshee Bopape e presenta una serie di
installazioni, disegni a parete e video, che offre ai visitatori e alle visitatrici l’opportunità di conoscere
e approfondire la pratica dell’artista. Il titolo dell’esposizione evoca uno stato di rinascita o di
transizione: con queste parole Bopape incoraggia a ripensare il concetto stesso di opera d’arte, non
più intesa in senso monumentale e museale, ma come tramite tra mondi materiali e immateriali,
esperienze e tempi differenti. Proprio a partire dalla scelta di utilizzare sia l’inglese sia il SePedi, una
delle lingue Bantu del Sudafrica e sua lingua madre, l’artista estende concettualmente i parametri
del suo lavoro.
La luce, evocata nel titolo, funge anche da elemento visivo nel percorso espositivo per aprire a una
riflessione sulla dimensione spaziale e non lineare del tempo, legata alla complementarietà fisicopercettiva tra chiarore e tenebre, aurora e crepuscolo. Entrando in mostra, l’osservatore è accolto nella semioscurità da opere in cui è centrale l’immagine in movimento – come lerato laka le a phela
le a phela le a phela / my love is alive, is alive, is alive (2022) e (Serithi) The rest, as they used
to say, is story (2021). Mentre successivamente la luce naturale entra direttamente nello spazio
grazie ad ampie vetrate aperte su entrambi i lati dell’edificio e illumina le installazioni ambientali,
caratterizzate dall’uso di materiali organici – per esempio, Lerole: footnotes (The struggle of
memory against forgetting) (2017). Attraverso questi accostamenti, l’artista offre una topografia
inedita del suo lavoro, in cui installazioni materiche e strutture architettoniche vernacolari si
mescolano a opere digitali e immateriali: un paesaggio cangiante che si trasforma a seconda delle
ore della giornata e delle condizioni metereologiche.
Per Bopape anche l’aspetto sonoro ha un ruolo fondamentale nella pratica artistica: spesso la sua
voce si unisce ai suoni astratti della natura, generando una dimensione melodica corale che
caratterizza i suoi video, così come le sue installazioni. In Pirelli HangarBicocca rappresentativa di
questa ricerca è lerato laka le a phela le a phela le a phela / my love is alive, is alive, is alive
(2022). Commissionata da TBA21–Academy e co-prodotta con Pirelli HangarBicocca, l’opera,
presentata per la prima volta a Ocean Space a Venezia ad aprile 2022, si compone di strutture in
legno e rocce disposte a cerchio, che danno vita a un ambiente accogliente e intimo, su cui sono
proiettate immagini di riprese marine. La camera si immerge e riemerge, catturando la mano
dell’artista che tamburella sull’acqua o che getta nell’oceano diverse sostanze – come latte, frutti e
fiori – simili a offerte votive, mentre l’eco di percussioni e la voce dell’artista accompagnano i rumori
del mare e delle onde come una litania ritmica di un rituale o di una cerimonia. Il ritornello cantato
da Bopape, che dà il titolo al lavoro, assume le connotazioni di un flusso armonico tra corpi e materia,
immagini e suoni. L’opera è il risultato del viaggio che Dineo Seshee Bopape ha intrapreso sulle
Isole Salomone, in Giamaica, Africa occidentale e fino alle piantagioni lungo il fiume Mississippi e
diventa per l’artista un’occasione per riflettere sulla nostra relazione inter-generazionale con la tratta
atlantica degli schiavi, con l’acqua e con le sue potenzialità simboliche:
“[Pensare] all’acqua dell’oceano, all’acqua nel mio corpo, così come all’acqua nel nostro
corpo collettivo o nella nostra coscienza collettiva, noi tutti e tutte in relazione l’uno con l’altro
e l’altra e con l’acqua, [riflettere] su come l’amore abbia a che fare con tutto questo e su dove
si situi all’interno di queste connessioni” (Dineo Seshee Bopape in In Venice, Artist Dineo
Seshee Bopape Asks Us to Consider Our Relation to the World’s Waterways, ArtNews, aprile
2022).
Insieme all’acqua, anche la terra e l’argilla sono gli elementi più riconoscibili e ricorrenti del lavoro
dell’artista. Questi vengono combinati da Bopape per dar vita a installazioni, simili a paesaggi
rocciosi e desertici stratificati, che raccolgono e conservano tracce del passato, memorie e storie
collettive. Così Lerole: footnotes (The struggle of memory against forgetting) (2017), opera
composta da materiali organici e media differenti – come mattoni, argilla, ceramica, sabbia, erbe e
alcuni giradischi – appare come un monumento effimero ispirato dai testi dello scrittore
afroamericano James Baldwin (1924 -1987), dalla figura del politico sudafricano Robert Sobukwe
(1924–1978), fondatore del Congresso Panafricanista, che fu tenuto prigioniero in isolamento su
Robben Island durante l’apartheid, e dagli innumerevoli combattenti per la libertà.
Nell’installazione
sono presenti numerose sculture in argilla, che sono state modellate tenendo il materiale chiuso nel
palmo di una mano e successivamente cuocendo il calco ottenuto. Esse diventano simbolo della
lotta per l’auto-determinazione contro il potere coloniale, a ricordo del gesto politico del pugno chiuso
sollevato, e sono accompagnate da una serie di placche di legno che riportano una cronologia di
eventi legati alla resistenza del popolo africano contro l’occupazione europea, stilata dall’artista con
la collaborazione di un ricercatore. Con Lerole Bopape indaga le tracce del passato, ricordate e
registrate, e di ciò che è possibile testimoniare, ma rimane non documentato. Il lavoro infatti richiama
i secoli di lotta contro le invasioni nel continente africano, rivelando esempi e storie di contatti in
epoca pre-coloniale, riflettendo allo stesso tempo sulle soggettività che hanno preso parte alla lotta
stessa e alle guerre, sull’imperativo all’autodeterminazione, sulla polvere di ciò che è rimasto e
sull’idea di libertà.
La connessione tra territorio e corporeità, e in particolare quella femminile, viene esplorata
ulteriormente in And- In. The Light Of This._____ (2017/2022) e Mothabeng (2022), dove due
strutture a cupola – realizzate con terreno, argilla e fieno compressi – che emblematicamente
ricordano un ventre, un uovo o un capanna, accolgono i visitatori e le visitatrici. In queste architetture
archetipiche, erbe e minerali suggeriscono la loro funzione rituale e curativa. L’oscurità e la
commistione di odori di terra e piante invitano alla meditazione e alla rielaborazione della relazione
dell’uomo con il suolo. In Mothabeng l’artista presenta inoltre un nuovo lavoro concepito in occasione
della mostra in Pirelli HangarBicocca: un’opera sonora creata dalle registrazioni effettuate in una
cava di marmo sugli Appennini toscani durante uno dei soggiorni di Bopape in Italia. Grazie
all’ambiente raccolto, i suoni prodotti dagli elementi naturali della montagna echeggiano e
accompagnano i fruitori e le fruitrici in un metaforico viaggio nelle profondità della terra, e inducono
a concepire modalità di connessione e comunicazione inedite con organismi ed entità non umane e
la realtà circostante.
Dineo Seshee Bopape
Diverse istituzioni internazionali hanno ospitato mostre personali di Dineo Seshee Bopape, tra cui
Ocean Space, Venezia; secession Vienna, Austria (2022); Institute for Contemporary Art at Virginia
Commonwealth University, Richmond (2021); Kunsthalle Bielefeld, Witte de With Center for
Contemporary Art, Rotterdam, Darling Foundry, Montreal (2017); Art in General, New York, Palais
de Tokyo, Parigi (2016); Hordeland Kunst Sentrum, Bergen, Hayward Gallery Project Space, Londra
(2015); August House, Johannesburg (2014). Nel 2019 è stata tra le artiste a rappresentare il
Sudafrica alla 58. Biennale di Venezia.
Inoltre, ha partecipato a importanti rassegne, quali High
Desert Test Sites, Joshua Tree (2022); Prospect New Orleans (2021); Busan Biennale (2020); Berlin
Biennial for Contemporary Art (2018); Sharjah Biennale (2017); Marrakech Biennale, Bienal de São
Paulo, Montreal Biennale, SeMA Media City Seoul (2016); Biennale de Lyon (2013) ed è tra le artiste
invitate alla Biennale di Sydney e a Manifesta 14 Prishtina nel 2022. Dineo Seshee Bopape ha
ricevuto il premio Artes Mundi nel 2021, il Future Generation Art Prize e il Sharjah Biennial 13 Prize
nel 2017.
Un ringraziamento speciale alla Fondazione Henraux per la produzione di Mothabeng (2022).
L’opera lerato laka le a phela le a phela le a phela / my love is alive, is alive, is alive (2022) è
commissionata da TBA21–Academy e coprodotta con Pirelli HangarBicocca.
Il catalogo
La mostra in Pirelli HangarBicocca sarà accompagnata dalla prima monografia dedicata all’artista.
Il catalogo riunisce una pluralità di visioni e voci tra cui i contributi di storici dell’arte e critici
internazionali, quali Chus Martínez, Uhuru Phalafala e Kwanele Sosibo, oltre a un testo delle curatrici
della mostra. Insieme a un’ampia documentazione fotografica del progetto espositivo in Pirelli
HangarBicocca, il catalogo contiene un approfondimento sull’opera Lerole footnotes: (The struggle
of memory against forgetting) (2017): una cronologia redatta dall’artista a partire dalle sue ricerche
su atti di ribellione e resistenza rivendicati da generazioni di popolazioni africane per far fronte
all’oppressione e al colonialismo
Informazioni utili per la visita
Orari:
da giovedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30.
Biglietti: ingresso gratuito.
Sito Web: Pirelli HangarBicocca |